sabato 31 maggio 2014

Il Polpetta e le origini di Nick Van Dick

Peggio delle mamme rompicoglioni ci sono solo le mamme delle mamme rompicoglioni. Quelle che “gattona? cammina? parla? denti?” e che se rispondi no ad una delle domande arricciano un angolo della bocca e si esprimono con un “madai?! lei sí... del resto è una femmina”. Ora, a queste nonne/mamme coraggio che si aggirano per i supermercati, per i parchi, sulle ciclabili lascio un appunto. Quando, tra 15 anni circa vostra figlia/nipote tornerà a casa piangendo perché il polpetta - che ovviamente non si farà più chiamare così, ma avrà preso le sembianze di Nick Van Dick - se le sarà ripassate una ad una per poi abbandonarle in tangenziale come un sacco di residuo, ecco, voi verrete da me a raccontarmi del pianto di vostra figlia/nipote, e io arricciando i baffi, dirò “madai!? lui no... del resto è un maschio".

martedì 27 maggio 2014

Il Polpetta e la teoria della Barbie

E poi lo riesci ad addormentare dopo aver cantato le idiozie più assurde. E lo depositi nel suo lettino con la leggiadria di una farfalla. E, mentre narri per la settantaduesima volta la storiella della Lucertola Berta, ti accerti che sia realmente addormentato e che non finga come nei ventotto tentativi precedenti. E lo appoggi al materasso lasciando la mano sotto la sua piccola schiena calda. E, proprio mentre cerchi di sfilarla piano, apre un occhio! Ma poi subito lo richiude! E lì - in quel subdolo momento di indecisione - realizzi che a otto anni ci avevi visto giusto, quando ti eri rivolta a Babbo Natale chiedendo di diventare una Barbie. Allora erano i boccoli biondi a farmi gola, adesso sono le braccia che si staccano dalla spalla il massimo del desiderio inespresso.

lunedì 26 maggio 2014

Il Polpetta e le dinamiche della sottrazione

Osservo il modus operandi del Polpetta e imparo. Il suo porsi degli obiettivi per sottrazione è emblematico. Se qualcosa non gli riesce non si affanna, non si altera - no - semplicemente smette di adoperarsi per la questione. Per mesi ho sparso giochi ovunque nel tentativo di invitarlo a gattonare, ma lui no, lui si adagiava su un fianco e si arrangiava nel farsi passare il tempo coi calzini. E se gli toglievo i calzini si applicava nell'adorazioni dei suoi piedi. Poi, a 10 mesi e con 11 kg sulle spalle, ha attraversato il soggiorno come una gazzella indigesta. Infine si è girato, mi ha guardata e si è riadagiato su un fianco. Il sorriso migliore gli è uscito quando ha ritrovato il suo minuscolo piede e lo ha riabbracciato con commozione. Non c'è cosa più bella del vedere un figlio che cresce diverso da chi l'ha concepito.

sabato 24 maggio 2014

Il Polpetta e il vuoto televisivo

L'arrivo di un figlio è così invasivo - e prima del Polpetta andavo dicendo "io?mai!" - che  non riesco più a guardare certi film, o certe scene di certi film. Dove i bambini scompaiono, soffrono, si ammalano o muoiono il mio cervello si piega in due e si chiude a libro. Di botto. Sbam! Niente è come prima, ma finché non accade non lo capisci. C'è una sostanza che il nostro cuore secerne e che con un figlio nessuno sarà mai più in grado di regolare. Non mi viene il nome, ma appena lo individuo ve lo dico.

venerdì 23 maggio 2014

Outing 1.0

Sono arrivata alla dura conclusione che le giovani madri piene di spirito evangelico - quelle che "mio figlio non ha mai avuto le coliche ma semmaiunpo'diarietta", quelle che "il travaglio è uneventomeraviglioso", quelle che "mio figlio mangiatuttoelavancheipiatti" - sono come le merde dei cani. Per quanto provi ad evitarle, giri l'angolo e ne becchi sempre una.