Voi ce l'avete un'amica che vi interroga sulla messa a letto di vostro figlio? E quante volte dite la verità?
Io generalmente bofonchio, gigioneggio. Mi pulisco gli occhiali, mi gratto un
tallone, cerco qualcosa nella borsetta (e come ben sapete questo porta
sempre a stati di ingestibile amnesia momentanea).
Il punto è che ho davanti una donna che freme dalla voglia di sbobinare le
regole della buona messa a letto e quindi so già dove andrà a parare. Mi
interrogherà. E io - come davanti alla prof di matematica - improvviserò, nella piena consapevolezza di non poterla uguagliare. Sono troppe le variabili e io generalmente mi impiglio in tutte.
C'è quella che a quindici
giorni dal parto lo ha messo a dormire in camera da solo e lui c'è stato senza dire nulla,
perché è un bravo bambino. Certo, cosa poteva fare? Mandarle i
sindacati a casa? C'è quella
che ti racconta di come il piccolo, solo a sfiorare la culla, cade in trans, perché
il trucco sta nel convincerlo che quello
è il suo posto nel mondo.
Quella che "si addormenta
sempre con Chopin". Quella che "gli
accendo il carillon e si gira magicamente su un fianco". Quella che "sto lì un secondo e
dorme". Quella che "non
gli spengo neppure la luce perché sa già dov'è l'interruttore". No
dai, l'ultima me la sono inventata ma era per rendervi l'idea.
Perché se lo fai dormire
nel lettone lo vizi.
Perché se lo addormenti in braccio lo
abitui male. Perché se si addormenta al seno poi non te ne liberi più. Perché se lo lasci piangere poi
capisce da solo che deve smetterla. Ecco, l'ultima non me la sono
inventata, purtroppo è un'affermazione tanto vera quanto detestabile, eppure ha
il suo seguito che rispetto e non condivido.
Questi bimbi prodigio non
hanno la dipendenza da lobo che ha il Polpetta. Il mio orecchio è il suo orecchio.
Lo prende, lo stropiccia, lo arrotola. A fine giornata sembro un cocker. E pensate che fino a
qualche tempo fa si inerpicava come uno speleologo dentro le narici. Poi gli è
passata e il mio ottorino ha ricominciato a parlarmi.
Il Polpetta dorme nel suo
lettino. In camera con noi. La mattina ci sveglia, in piedi, come
una vedetta, mostra il suo leopardo di pezza e sorride. Quale migliore
risveglio, dico io?
La logistica a casa ha un suo momentaneo disguido organizzativo. Spostiamo armadi, ruotiamo letti, e però non siamo ancora riusciti a trovare un punto esatto in cui farci stare il suo piccolo castello. Siamo due pigri. Forse non ce ne importa neanche così tanto. Fingiamo di dimenticare. Io sposto l'armadio di cinque cm verso destra, il Papi di trenta verso sinistra e i mobili - casualmente - non trovano mai il loro posto nel mondo.
La logistica a casa ha un suo momentaneo disguido organizzativo. Spostiamo armadi, ruotiamo letti, e però non siamo ancora riusciti a trovare un punto esatto in cui farci stare il suo piccolo castello. Siamo due pigri. Forse non ce ne importa neanche così tanto. Fingiamo di dimenticare. Io sposto l'armadio di cinque cm verso destra, il Papi di trenta verso sinistra e i mobili - casualmente - non trovano mai il loro posto nel mondo.
Lo addormento
sul divano, davanti alla tv, oppure sul letto, tra una carezza e l'altra. A noi l'educazione ci fa pure un
po' paura. Una notte si dorme, due no, qualche volta mi stanco, qualche
volta invece me lo porto nel lettone e poi mi sveglio col suo fiato che mi
inumidisce il naso. Spesso e volentieri ho mal di schiena perché mi dorme sui
reni, qualche volta lo faccio strisciare fin sotto il naso del Papi - che ovviamente russa come uno gnu - e lo abbandono così, a dieci cm da
me, mi giro su un fianco e mi riaddormento. Al mattino lo ritrovo lì, appeso al
mio lobo che mi fissa. Come una guardia del corpo mi sorveglia il sonno, non mi sveglia, si prende il tempo di studiarmi in silenzio e io apro gli occhi perché avverto nell'aria quel rumore tipico che fanno i ciucci quando vengono mordicchiati con passione.
E' lì che realizzo perché, con la nascita del Polpetta, Kevin Costner sia finito a pubblicizzare un tonno.
Fai la guardia alla mamma?
Lui in risposta mi stropiccia l'orecchio, sputa il ciuccio e sgancia uno di quei sorrisi che farebbero capitolare qualsiasi essere dotato di cuore e budella.
E' lì che realizzo perché, con la nascita del Polpetta, Kevin Costner sia finito a pubblicizzare un tonno.
Fai la guardia alla mamma?
Lui in risposta mi stropiccia l'orecchio, sputa il ciuccio e sgancia uno di quei sorrisi che farebbero capitolare qualsiasi essere dotato di cuore e budella.
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