venerdì 13 marzo 2015

Ogni anno è per sempre.



Il mio capodanno è oggi. Io il trentuno dicembre neppure lo cago, vado a dormire come i polli e mi alzo con i galli. Il tredici marzo invece lo vivo come il big bang. Tutte le volte. E al momento sono solo alla seconda.
Il Polpetta oggi compie due anni. Due.
C'è una sostanza che salva noi donne dal parto, che permette alla società di riprodursi nei secoli, che ci rincoglionisce al punto da volerlo riprovare quel dolore assurdo di mettere al mondo qualcuno. E' l'inibina. Cara, dolcissima inibina, che ogni anno, alla stessa ora, anche davanti al banco del pane, ci spari in vena il desiderio assurdo di tornare al travaglio, all'espulsione, alla magia del suo corpo spalmato di meconio come se fosse nutella, alla meraviglia dell'averlo tra le braccia chiedendosi "e tu chi sei?". Al nostro dolore. Al nostro amore.
A me sale sempre un punto di tristezza che no so mai dove infilare. Perchè se ripenso a quanto ho scongiurato un cesareo, uno spinello, una botta in testa, penso anche che sono impazzita, che non ho logica, che sono odiosamente terrena. Eppure mi tocco la pancia e mi ostino a volerlo ricordare quel globo immenso in cui se ne stava comodo, lui, a dialogare con i miei organi interni.
Ti sale pure una lacrima, se sei mamma. Perchè non è a rifarne un altro che soddisfi l'esigenza del sentirlo ancora, perchè lui è lui e resterà così per sempre.
E' un amore distinto, un pensiero continuo, una preoccupazione, una gioia, una stanchezza immemore, un battito raddoppiato.
E poi ripenso all'allattamento, ai risvegli, alle pisciatine sparate ovunque, di notte, mentre con un occhio dormivo ancora e con l'altro cercavo di trovare la chiusura del pannolino, sempre al contrario, sempre sbagliando qualcosa. E anche gli errori, tutti quegli errori che la legge umana mi ha messo in mano, li ricordo con la stessa intensità con cui guardo mio figlio che è fatto della medesima materia imperfetta e che non sa cosa aspettarsi oltre ai bacini sul collo e ai giri in altalena. Perchè la vita dovrebbe essere popolata solo di bacini sul collo e di giri in altalena.
E allora inizio il conto alla rovescia, mi chiudo alle spalle un altro anno di rincorse, slanci pazzeschi, schianti paurosi, perchè l'amore è così, è esplosione, quiete, tempesta.
E lui è così, è il battito mancante del mio cuore, quello che si è portato via due anni fa, venendo al mondo. Popolando il mondo.

Buon compleanno Nicolò,
per sempre e ancora.

la mamma